H O M E P A G E

Appunti dall'Indonesia

Arrivato in Indonesia
E' stato effettivamente un lungo viaggio quello di questi giorni che mi ha portato finalmente a Yogyagarta (detta Giogia!) , sosta a Dubai e poi sosta nella pulitissima Kuala Lumpur quindi finalmente stamattina siamo sbarcati a Giogia!! Sistemati in hotel e poi due passi nel bel marcato tradizionale per poi andare ad ammirare, ad una decina di chilometri, il bel complesso induista di Prambanan attualmente in ristrutturazione per riparare i danni del grosso terremoto del 2006. Comunque un gran bel posto, affascinante e malgrado sia induista è decisamente differente da quanto visto nei miei viaggi indiani. Il tempo è buono, temperatura accettabile e niente pioggia. La gente decisamente disponibile ed amichevole. In tre abbiamo concluso la serata assistendo alla danza tradizionale del Ramajana, un po' lunghetta ma originale. Adesso mi aspetta finalmente una notte su un letto e penso proprio che me la godrò!

Secondo giorno indonesiano

Finalmente riposati ci dedichiamo alla visita di Yogiakarta, prima tappa è il Kraton, ovvero il palazzo del sultano, molto kitsch ma comunque interessante dove è stato anche possibile ascoltare un concerto di musica tipica indonesiana, decisamente simile per essere moderni alla musica ambient e suonata con strumenti mai visti che emettono suoni decisamente lievi e misticheggianti. Quindi veloce visita al Taman Sar, in pratica i giochi d'acqua del sultano con tante scolaresche in visita.
Mi sembra di respirare un clima strano, altro non è che la tranquillità di questa città e del suo popolo, non si ode un suono di clacson ne uno schiamazzo, tutta la vita sembra basarsi sul motto "piano piano" ... in pratica malgrado sia una grande città la si visita in gran rilassatezza. Bellissimi i batik ed è piacevole ammirare come vengono disegnati e poi fissati con l'uso della cera, non posso fare a meno di comprarne qualcuno, visto quanto sono belli e quanto poco costano. Usciti dalla capitale ci fermiamo in un interessante villaggio dedito alla lavorazione della terra cotta, il tutto con gran calma e dove gli unici agitati sono i tre bambini che giocano con noi, facciamo una lunga passeggiata poi ci dirigiamo al Borobudur, vicino al quale alloggiamo e che visiteremo domattina. E' un paesino vicino al famosissimo tempio e immerso in una notevole vegetazione, la foresta sembra pronta a riconquistare ogni spazio abbandonato, unico difetto è la quantità di insetti presenti ma il posto è veramente di una tranquillità unica.
La maggioranza della popolazione è musulmana, si dice circa l'80% ma già osservando le donne si capisce che non ci sono grandi obblighi tant'è che più o meno la metà porta il velo in testa e l'altra mostra tranquillamente la lunga chioma nera, e soprattutto non mancano mai i tradizionali sorrisi e la gentilezza che caratterizza questo popolo. Vi lascio perchè domani prevedo di svegliarmi presto per visitare il Borobudur all'alba.

Dal Borobudur a Blitar
Il tempo è sempre ottimo e di strada ne abbiamo fatta in questi due giorni. Non ho ancora parlato del cibo ma qui si mangia ottimamente, la specialità è il nasi goreng, un ricchissimo riso che stasera era accompagnato da cracker di granchio e farcito con vegetali ed ottimi gamberetti.
Ieri mattina alle 6 abbiamo visitato il grandioso Borobudur, scegliendo bene l'orario perchè alle 8 si riempiva di scolaresche e turisti vari, un imponente tempio buddhista, anche ben conservato malgrado i tanti Buddha senza testa. Sosta veloce ad un altre tempi buddhista il Candi Mendut (candhi sta per tempio, n.d.r.) poi tra paesaggi di natura spettacolare e immense piantagioni di the siamo arrivati al Candi Cetoh, un piccolo tempio buddhista sulla cima della collina su cui ci siamo arrampicati in auto su salite assolutamente improbabile e abbiamo trovato tanti balinesi intenti a preparare le celebrazioni dei primi di novembre, un bel posto. Mi sono bevuto un signor the e poi ne ho comprato un sacchetto abbondante per l'esosa cifra di 3000 Rupie indonesiane, equivalenti alla bellezza di 18 centesimi di Euro ... a voi tutti i dovvuti commenti sul costo del the in Italia! Siamo scesi al Candi Sukuh con belle statue e quindi arrivati a Seranganm luogo di villeggiatura indonesiana grazie ad un laghetto con tante barchette e pedalò e famoso per l'aria salubre. Dopo alcune intense partite a ping pong mi sono addormentato e alla mattina ci siamo fatti una veloce passeggiata.
Oggi abbiamo sorpassato tantissime piantagioni di riso, scoprendo che comunque le locali coltivazioni non sufficienti al fabbisogno locale e c'è una grossa importazione di riso soprattutto dalla Birmania, con cui tra l'altro sono accomunati dal gioco tipo calcio-pallavolo con le piccole palle di vimini di cui non ricodo al nome. A Blitar soggiorniamo nel bellissimo hotel che fu residenza di Sukarno, e non manchimo di visitare il bel tempio induista di Panataram. Ottima cena e passeggiata notturna in mezzo a questa popolazione sempre gentilissima. Non mancano i gechi dal caratteristico verso! ... e non manca nemmeno la classica rompiballe cui interessa solo la vita di mare! Alle prossima ... in zona vulcanica!!

Dai vulcani di Giava a Bali
Premetto che scrivere da seduti per terra con un computer normale non e' per niente facile e si rischiano notevoli crampi alle gambe ... ma adesso sono a Bali, piu' precisamente a Gilimanuk, e qui funziona cosi'. Ma torniamo ai giorni passati, ripartiti dallo splendido Hotel Sri Lestari di Blitar, con mobili e decorazioni legno da favola, ci siamo fermati a vedere due mercati a Malang, grandissimo quello dei fiori e sempre piacevole quello dei volatili. Saliamo per strade piene di curve fino a Ngadisari in cui finalmente respiriamo una piacevole arietta fresca di montagna e da cui partiamo per ammirare insieme a migliaia di locali l'alba sul vulcano Bromo, piu' esattamente sono quattro vulcani e in uno entriamo in jeep per poi salire sempre al suo interno sul famoso Bromo, un bello spettacolo che forse sarebbe stato piu' godibile senza la folla.
Raggiungiamo il mare a Pusir Putih in cui facciamo il primo bagno e poi risaliamo in mezzo a zone di vera e propria foresta interrotta da varie piantagioni fino a quella di caffe' di Catimor a Sempol dove alloggiamo approfittando della piscina termale prima di cena. Visitata la fabbrica alla mattina presto ci aspetta un altro favoloso vulcano, il Kawa Ijien. Tre chilometri di ascesa in cui incontriamo solo tanti portatori di zolfo ... e alla fine siamo premiati dallo spettacolo del laghetto turchese nella caldera e assistiamo al carico dall'interno dei portatori, circa 80 kg. a testa portano e ogni chilo viene pagato 600 Rupie, l'equivalente di 4 centesimi di euro!! Senz'altro questi sono stati i due giorni piu' emozionante e volendo scegliere, il secondo vulcano e' di gran lunga il piu' spettacolare. Attraversiamo ancora la foresta e da Ketapang prendiamo il traghetto per Bali, sbarchiamo a Gilimanuk e con taxi-motorini (!) andiamo al nostro hotel e subito in spiaggia ad ammirare il primo fantastico tramonto balinese. Adesso mi aspetta un bel pesce alla griglia!!

Prime impressioni contrastanti su Bali
Arrivando da Giava si sente subito la differenza, gente ancor piu' amichevole e ancor piu' tranquilla. La prima sera mi hanno due passaggi in macchina senza che io chiedessi niente. Inoltrandosi nel centro dell'isola ho potuto ammirare la vita di campagna con le sue risaie a terrazza e i draghi costruiti con le bucce di cocco a protezione delle case, un misto di induismo e buddhismo. Tranquilli templi sui laghi e per strada il tanto traffico fino ad arrivare alla sconvolgente Kuta beach, un vero e proprio puttanaio, con ragazze che si offrono ad ogni angolo, musica ad alto volume e il memoriale alle vittime dell'attentato che sconvolse l'isola alcuni anni fa, e con cui gli estremisti islamici vollero punire la perdizione che si vive in queste strade.
Poi oggi esco da Kuta Beach e ritrovo ancora la tranquillità, prima con l'affascinante tempio sull'oceano a Tanah Lot, dove mentre i fedeli pregano i giovani locali e australiani sfidano le onde sul surf. All'interno ancora terrazze di risaie e tante famiglie intente ai raccolti o alla semina, e poi essendo il 3 novembre un'importante ricorrenza induista incontriamo tante celebrazioni con musica e immense tavolate di cibo portte come offerta dalle donne devote. Un paese strano e contradditorio, ma sicuramente molto affascinante e per me ancora tutto da scoprire.

Ubud
Concludiamo la permanenza a Kuta con una gran bella mangiata di pesce a Jimbaram sulla spiaggia, finiamo appena in tempo prima che le onde raggiungano la nostra tavolata ... e il ringraziamento per la grn bella serata va tutta ad Ali, ovvero Antonio, commerciante di mobili di Fidenza con cui mi ero accordato per l'incontro fin dall'Italia. Usciti da Kuta cambia tutto il mondo che ci troviamo davanti e si ritorna alla tipica cordialita' e gentiliezza indonesiana e in particolare balinese. Ci incantamo di fronte ai tanti terrazzamenti di risaia e ci fermiamo a visitare alcuni dei tanti villaggi di artigiani, che forse e' anche megli chiamare artisti, dagli scultori ai costruttori di coloratissimi e affascinanti aquiloni, ne vedo addirittura uno a forma di vascello. Tante le cerimonie che incontriamo per strada e nei pricipali tempi che visitiamo come l'immenso Besakih.
Ubud si presenta subito come un paesino molto tranquillo nonche' come la capitale culturale di Bali, con tantissime gallerie d'arte tra cui spicca quella di "arte strana" di Simon, un artista americano che prende sicuramente spunto da Andy Warhol e che presenta quadri e sculture originalissime in un amplissimo capannone trasfromato in una sorta di circuito di oper d'arte particolari e stravaganti. E' sempre caldo ma veniamo colpiti dai primi veloci ma forti temporali serali.
Non possiamo mancare una divertente passeggiata nella Monkey Forest attorniati da centinaie di scimmie, che con delicatezza scalano anche un compagno di viaggio cercando di aprirne lo zaino e non dimenticandosi nemmeno di farci qualche scherzo che ci fa saltare per aria! Tra i dintorni di Ubud sicuramente da segnalare la grotta degli elefanti, in cui ci immergiamo anche in una lunga camminata nella jungla da cui usciamo sudatissimi, prima di andare alle tombe reali in cui assistiamo a riti che sono un misto di induismo e animismo.
A Tirta Empul c'e' pieno di gente che fa le abluzioni nelle calde acque termali. Concludiamo il pomeriggio ammirando il lago Batur, di un blu turchese e inserito in un panorama mozzafiato tra tre vulcani, di cui proprio il Batur fu protagonista di una grossa eruzione nel 2006 ed e' ancora bene visibile tutta la lava con cui ha cancellato una bella fetta di foresta. Penso che a fine viaggio preferiro' concludere qui nella culturale Ubud piuttosto che nella caotica Kuta, ma intanto domani partiamo per Sulawesi. Posted by marcaval at 16.09 0 comments

Tana Toraja
Appena arrivati a Sulawesi rimaniamo basiti di fronte all'immensita' dell'aeroporto di Ujung Pandang, dedicato ai soli voli domestici ma decisamente competitivo con qualunque aeroporto italiano! Capisco subito che il turismo di massa l'abbiamo lasciato alle spalle, saliti sul pulmino che in otto ore ci portera' a Rantepao nel pieno centro dell'isola rimaniamo affascinati prima dalle spiagge poi dalla foresta attraverso la quale sorpassiamo montagne prima di raggiungere l'ambita capitale dei Tana Toraja. Una bella dormita al fresco e subito ci caliamo nel mercato tradizionale,dove assaggio il riso cotto dentro a foglie di bambu suscitando l'entusiasmo della gente locale, prima di osservare gli affilatissimi coltelli ed ammirare il legno intagliato con i tipici disegni etnici che caratterizzano anche le facciate delle case tradizionali, su queste ultime ci sarebbe da scrivere dei libri, assomigliano a barche ma allo stesso temo con il tetto riescono a racchiudere il la parte visibile del cielo, sempre a testimoniare la filosofia toraja: si viene dal cielo e si va al cielo!
Gente gentilissima, come sempre d'altronde! E stasera ci siamo anche dedicati ai maialini cotti nel bambu, proprio un signor piatto!! Ma torniamo al mercato, che si tiene ogni 6 giorni e che fortunatamente e' cascato proprio nei giorni della mia visita ... conclusa la parte delle verdure e della frutta, con spezie mai viste e con gli immancabili mucchi di peproncini che sprizzano fuoco solo a guardarli, siamo passati alla parte degli aanimali: la Wall Street dei Toraja! Centinaia e centinaia di bufali dal valore altissimo, alcuni di colore rosato chiazzato di nero, mai visti prima, ma tutti ben osservati e valutati, sia in previsione dei sacrifici per i funerali (e domani dovrebbe capitarmi l''occasione fortuita di vederne uno, fortuita perche' tutti sostengono erroneamente che i funerali avvengono solo a luglio e agosto e io mi chiedevo ma nelle altre stagioni non muore nessuno!?) sia per i normali lavori di campagna sia per i combattimenti dalle scommesse altissime. E poi una quantita' industriale di maiali, spesso giganteschi, tutti legati con le canne di bambu e trasportati sulle moto o su carriole, ma con il comune destino di finire sui piatti ... un po' come in Emilia!! :-)
Finito il mercato partiamo per un bel trekking che ci portera' a visitare diversi interessantissimi villaggi, sempre salutati dall'abbaiare dei cani e dal canto dei galli, con case moderne ma sempre con le iimancabili vecchie case tradizionali e gli affascinanti disegni etnici, nonche' la testa di bufalo in legno a salutare gli spiriti, in una completta mistura di cristianesimo ed animismo ... e un po' la mia mente se ne e' tornata in Madagascar, dai riti e dalle tombe molto simili. Un po' di pioggia si e' fatta vedere ma la temperatura e' un po' piu' clemente, e soprattutto tutti siamo d'accordo nel dire che questo viaggio e' in deciso crescendo. E adesso vediamo che cosa ci aspetta l'indomani!

Una giornata nel mondo dei morti
Conclusa la serata con una favolosa mangiata del piatto tipico locale, maiale cotto nel bamboo, stamattina ci aspetta una grande cerimonia funeraria. Mi reco subito a comprare qualche steca di sigaretta da regalare alla famiglia dei defunti e poi arrivati nel luogo adibito ale cerimonie funeree ci ritroviamo con tutti i pochi turisti prsnti, in maggioranza spagnoli (poi mi diro' anche il perche'). Nel piazzale arriva un sacco di gente con i bufali da donare e per ore aspettiamo il momento topico della giornata, nel frattempo la famiglia dei due defunti si riunisce a discutere quali bufali sacrificare. Intanto la gente comincia a mangiare carne di maiale e si assiepa nelle capanne costrutie ad hoc per l'occasione e che saranno poi smantellate, e il materiale verra' donato alle varie comunita'. Alle 12 inizia la mattanza , o forse meglio chiamarla la carneficina, uno spettacolo decisamente crudo e sinceramente non certo piacevole, in piu' a renderlo sconvolgente ci simettono le risate e il tifo dei convenuti ... si' ho anche rischiato che mi scappasse qualche lacrima! Pero' essendo comunque un'usanza locale non estirpabile ritengo che prima di giudicare bisogni capirne la cultura e soprattutto assistervi, poi credo anche che faro' molta fatica a fare vedere le foto di questo mattatoio. E' un rito animista, e con i sacrifici animali si cerca di aprire una strada facile e srena all'anima del defunto che si invola verso l'eternita'. Punto!
Dopo lunghe discussioni sono stati scelti i 24 bufali da sacrificare (il valore di ognuno e' veramente altissmo, anche 150 milioni di rupie), di questi tre vengono donati alla chiesa cattolica locale. E poi comincia la "giostra" ... colpo secco di coltello alla giuculare e velocemente il cortile si riempie di sangue e bufali morti, quando poi sono i giovani inesperti a infliggere il colpo il bufalo passa anche cinque/dieci minuti di agonia ... e il mio conato di vomito tnde a uscire finche' decido di uscire anch'io di scena: uno spettaccolo decisamente non simpatico!
Ce ne andiamo e per rimanere in tema ci rechiamo a visitare alcune tombe reali adornate dai famosi tau/tau, le sculture in legno dell'albero del jackfruit (legno molto resistente) che contornano le tombe richiamano il sesso del defunto, quindi le vecchie caverne con antiche tombe a forma di arca e tantissimi teschi (gli amanti dell'horror andrebbero in brodo di giuggiole come a Kutna Hora vicino a Praga) fino agli alberi in cui sono stati fatti i buchi in cui seppellire i bambini piccoli, ovvero morti prima che crescessero i denti, piante dalle radici enormi e in cui il legno con il tempo sostituisce le coperture fittizie. Una giornata macabara ma interessante a contatto con una cultura antica, forse primitiva, che cerca di sopravvivere al progresso e che basa ogni sua regola sulle leggi tramandate oralmente in funzione sempre e comunque del culto dei morti.
Razionalmente penso al grande busines che sta dietro alle cerimonie funerarie, poi ceno con ottime crocchette di patate e concludo pensando che comunque la filosofia e le varie religioni create dal'uomo ruotano sempre attorno alla sua grane paura: la morte. Sono stati tre giorni interessantissimi, domani mi aspettano otto ore di bus fino al piu' vicino aeroporto poi saluer' questa bellissima e strana isola abitata dagli antichi Toraja.

Il favoloso mondo dei dragoni
Dopo una brevissima sosta a Kuta beach ed un'altra epica mangiata di pesce sulla spiaggia di Jimbaram, risaliamo su un piccolo apparecchio che in un'ora di volo ci trasporta sull'isola di Flores. Ad attenderci l'ottimo Anchoy che ci trasporta al porto e saliamo sulla barca che ci ospitera' nei prossimi due giorni. Debuttiamo con un primo pranzo da favola a base di barracuda, notando subito che il marinaio cucina decisamente bene e molto abbondante, ci fara' poi assaggiare crocchette di pesce e favolosi calamari, in pratica tre pranzi da alta gastronomia malgrado lo spazio ristretto della barca.
In poche siamo ore siamo all'isoletta di Rinca dove sbarchiamo per un favoloso trekking di cinque chilometri, in cui incontriamo alcuni grossi bufali intenti a lavarsi nell'acqua, un ambiente arido ma allo stesso tempo unico con la possibilita' di ammirare alcune orchidee ed altre piante uniche, ma soprattutto incontriamo loro: i mitici dragoni, i Varani di Komodo. In totale sono 2500, 1100 qui a Rinca, 1200 a Komodo e altri200 sull'isola di Flores. Sono come delle grandi lucertole che raggiungono anche 3 metri e 20 di lunghezza, o forse meglio definirli dei piccoli dinosauri. Affascinanti e deditti al camuffamento, decisamente veloci e dal muso primitivo ... il loro grande pericolo e' costituito insieme allo scatto in velocita' dalla presenza di batteri pericolosissimi in bocca. Ne vediamo una ventina prima di risalire in barca e dormire con un caldo clamoroso al largo di Komodo.
Fatta colazione, alle 7 in punto siamo sull'isola di Komodo e ripartiamo per un altro trekking di due ore, incontrando molti cervi, maiali, cracatua e ancora tanti varani,dicui uno veramente grossissimo e un altro piu' piccolo, di circa un metro e mezzo che ci corre davanti. Incontri favolosi e unici, infatti Komodo d'estate accoglie molti turisti. Dopo le due ottime escursioni a terra cidedichiamo allo snorkeling , visitando la bella barriera di Komodo e poi quella fantastica vicino a Flores. Tornati a terra, alloggiamo in un bell'albergo sulla cima della collina da cui si gode un panorama che definire da cartolina e' quasi riduttivo. All'alba faccio due passi in paese e finisco all'animatissimo mercato del pesce, poi risaliti su un Fokker, torniamo alla cara vecchia Ubud, per gli ultimi giri tra mercati artigianali e gallerie artistiche in attesa dei lunghi voli che ci riporteranno in Italia.

Considerazioni sul viaggio in Indonesia
Dopo due settimane, torno a parlare di Indonesia a freddo (in tutti i sensi, n.d.r.). E' stato un signor viaggio, magari non emozionante come l'India ma sicuramente interessante, inoltre decisamente in crescendo come interesse. Un paese in velocissima crescita, con un artigianato di primo ordine e tanta voglia di progredire. Il progresso e l'avanzata di un islamismo tranquillo ma sempre in crescita non eliminano le tradizioni e Bali, lontano dal grande flusso turistico, mantiene inalterati i ritmi e l'amore per le cerimonie.
Tranquille risaie a terrazza e paesaggi vulcanici mozzafiato, barriere coralline incantevoli e animali preistorici come i varani sicuramente temibili ma decisamente affascinanti, e senza dimenticare le onnipresenti scimmie la natura fa la parte del leone. Un viaggio abbastanza semplice da organizzare, l'Indonesia presenta una notevole recettività turistica ed una discreta professionalità. Costi decisamente bassi e un ottimo servizio ... la gita in barca verso Komodo e Rinca è stata accompagnata da tre pasti assolutamente indimenticabili, cucinati in maniera eccellente con uno spazio a dir poco limitato: complimenti al marinaio!
Molto interessante Sulawesi, sicuramente il funerale è un momento di importanza fondamentale per la popolazione Toraja sia religiosamente che economicamente, vista la mole di denaro che muove anche grazie ai sacrifici dei bufali. E su questo pur non volendo scontrarmi culturalmente con una tradizione radicata da secoli, non posso certo dire che lo "spettacolo" della carneficina dei bufali mi abbia fatto piacere. I paesaggi della zona Toraja godono di una rara tranquillità.
Non è da escludere un mio ritorno in Indonesia per visitare il Kalimantan, Flores e l'Irian Jaia, una zona che mi attrae da anni, malgrado il grosso pericolo malarico. Nota che interessa tantissimo all'italiano: ottima dal punto di vista gastronomico, tenendo ben presente che c'è sempre il pesce, e che pesce ... ottimo il maiale cotto nel bambu. Ottimo il clima, mi dicevano che era la stagione delle piogge ... il che ha significato incontrare pochissimi turisti e subire ben 5 ore di pioggia in 20 giorni, mica male!!

Marco Cavallini

Fotografie e itinerario del viaggio in Indonesia

I racconti sono stati inizialmente pubblicati sul Blog "Tentativi digitali" dove sono presenti anche molte altre foto.


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ultimo aggiornamento 20/10/2021