H O M E P A G E

Viaggio nel nord Italia - il Diario

In quest'annata bisesta e pandemica mi dedico a gironzolare per il Belpaese. Scrivo da un ristorante tedesco in quel di Belluno mentre il Siviglia segna il pareggio con l'Inter e un mio vicino di tavolo bestemmiante viene espulso dalle amiche che lo spediscono all interno dove c è uno schermo grande e altri sofferenti. Finito di lavorare sono tornato a casa , non prima di una veloce chiacchierata con un'amica ristoratrice. Carico i bagagli in auto. Sistemo le ultime cose in casa e mi trovo subito in fila al casello autostradale di Fidenza, poi prendo l autostrada per Brescia e tutto procede bene. Dopo quasi 3 ore decido di fermarmi a bere un caffè quindi ho l'ispirazione, esco dall'autostrada e mi dirigo verso Sarmede. Una gentilissima ragazza, cui faccio abbaiare il cane, mi consiglia un bel giro a piedi ammirando bei murales ed uno stupendo graffito fiabesco ma il clou è il teatro, che guardato da angolazioni differenti offre graffiti cangianti, uno spettacolo. A questo punto spero tantissimo nel detto " chi ben comincia ...". Prendo una stanza sul Piave e faccio due passi per lo stupendo centro storico di Belluno, poi visto che sono in piedi dalle 6.30, ho lavorato e guidato, decido di venire a cenare in attesa del letto. C'è un bel caldino! Gioco con una bambinetta che deve aver appena imparato a dire "cosa fai?". Il padrone di casa mi avvisa che domani, sabato, potrei trovare lunghe code : speriamo bene !!

Dormito male per il caldo, decido di seguire i miei piani e mi sposto subito a Sant'Antonio Tortal per affrontare una piacevole camminata di oltre 4 chilometri per ammirare Brent de l'Art, un piccolo ma favoloso canyon. Quindi mi dirigo verso le Dolomiti trovando molto traffico in direzione opposta e solo qualche rallentamento nel finale sulla mia carreggiata. Salgo subito in funivia alla Marmolada: arrivato in cima il cielo si apre per regalarmi un panorama indimenticabile. Sono in felpa ma potrei farne anche a meno. Per salire sono tre diversi passaggi come per scendere. Al primo siamo solo in 7 ma poi si riempiono in barba alle regole sul distanziamento. Mi inoltro nelle trincee italiane della prima guerra mondiale ma senza esagerare perchè sinceramente ho un po' di paura oltre a tanta tristezza. Sceso a valle mi godo il panorama con un meritato relax birresco, quindi visito la bella Sottoguda. Ad Allehe mi faccio un signor giro del lago e arrivo in hotel puntuale poco prima di una bellagrandinata  per cui mi dedico alla doccia in attesa di organizzare la cena. Resto in hotel dove fanno un mega buffet, servito però direttamente dai camerieri in ottemperanza alle regole covidiane. Stasera c'è decisamente fresco, quasi freddo!

Raccolgo un po' di informazioni e parto subito per il passo Grau, considerato a ragione uno dei più bei passi d'Italia. Mi fermo a fare il pieno e vengo scambiato per il benzinaio! Poi iniziano le soste fotografiche e per fortuna la strada è ancora poco trafficata. Scendo contento verso Cortina e mi dirigo nel Cadore dove mi concedo una bella passeggiata tra i murales delle tre frazioni di Cibiana di Cadore, già visti vent'anni fa, ma sempre eccezionali. Due passi a Pieve di Cadore, il piccolo ma bel paese natale di Tiziano e poi riesco clamorosamente a sbagliare strada perdendo almeno un'ora abbondante. E litigo brutalmente con il navigatore con cui passo un discreto lasso di tempo a guardarci in cagnesco finché decido di prendermi ogni responsabilità per il quieto vivere e perchè il viaggio è appena iniziato!! Supero Auronzo sotto una clamorosa pioggia alpina mentre al lago di Misurina purtroppo le cime di Lavaredo (ma sono ancora tre?) sono coperte da enormi nuvoloni neri. Decido quindi di tirare dritto fino a Rasun di sotto e la gentilissima albergatrice mi propone la colazione alle 7 per poter recuperare tempo alla mattina. Mi godo un aperitivo birresco mentre una famiglia discute animatamente sui vari aspetti della pandemia. Per concludere bene la giornata mi concedo canederli casalinghi seguiti da polenta con formaggio e funghi, ovviamente bagnati da ottimo vino rosso meranese. Mentre rientro in hotel un cliente mi fa notare che se con la chiave della camera tutti apriamo la porta principale allora possiamo entrare in tutte le stanze: speriamo che non gli vengano strane idee notturne perchè non è proprio il principe azzurro dei miei sogni !!! Ma mi sovviene una domanda più importante: come mai è già la terza scarpa da trekking destra che mi si buca nello stesso punto !?

Ancora indormento, ma anticipando la folla, faccio una passeggiata attorno al meraviglioso ma troppo sfruttato lago di Braies. Poi è la volta di Perca dove con una breve camminata boscaiola in salita, raggiungo le piccole strane ed affascinanti piramidi di pietra. In discesa contento e riposato saluto tutti; stanno arrivando centinaia di turisti. Mi fermo a chiacchierare con un anziano savonese che mi dà delle dritte, stupendosi di come sia informato sui paesini della sua zona. Bello il centro storico di Chiusa ulteriormente abbellito da biciclette e ruote colorate, così come non delude Castelrotto con i suoi palazzi dipinti. Mi pongo due domandine: ma i bambini piangono così tanto solo in ferie, e le famiglie litigano così brutalmente sempre solo in ferie? Solita pioggia delle quattro che non mi impedisce di ammirare Glorenza e i suoi stupendi portici bianchi. Malgrado il rallentamento automatico della macchina non mi fermo agli stabilimenti birreschi della Forst. Mi godo invece la birra coronando un sogno davanti al campanile che emerge dalle acque del lago Resia. Comincio ad adeguarmi ai ritmi montanari addormentandomi sempre abbastanza presto.

C'è decisamente fresco e la felpa diventa un indumento abituale, e decido anche di cenare al chiuso, quindi scrivo con come sottofondo "Rimmel" di DeGregori. Ho iniziato la giornata tornando ad ammirare il campanile con un bel cielo blu. Mi fermo all'immenso Marienberg e al sacrario di Burgusio ... tutta la zona ha traccie della prima guerra mondiale. In auto ascolto Radio Tirol che propone ottima musica  tanto che incantato ad ascoltare gli Eagles sbaglio strada ed il navigatore mi viene in grande aiuto: pace fatta ! Arrivato a San Martino di Castrozza salgo a 2700 metri, malgrado le nuvole lo spettacolo è clamoroso. Indeciso causa vertigini se scendere a piedi, vedo trasportare in barella uno che cadendo ha battuto la testa, decido di scendere in funivia un primo pezzo e fare a piedi solo il secondo.  Mi bevo una birra discorrendo con uno sulle vertigini incredulo dei posti in cui comunque sono stato. Ottima cena trentina conclusa con sacker torte, di cui prima invoglio tutti i presenti e di cui poi non posso fare a meno di comunicarlo telefonicamente all'amico americano. Purtroppo i dati sul coronavirus preoccupano sempre di più mentre tanta gente se ne frega bellamente.

Saluto gli albergatori che mi fanno anche lo sconto, un ultimo sguardo alla maestose montagne che circondano San Martino e poi mi muovo verso valle. Prima sosta ad ammirare le sculture in legno di Mezzano: sono perlopiù cataste di legno montate in modo da consentire splendide raffigurazioni con o senza aggiunta di colori. Due anziani mi fanno un po' da guida e mi raccontano la storia di questo paese concentrata sulla drammatica alluvione del '66, non capisco tutto perchè usano spesso il dialetto trentino e mi farò poi spiegare alcuni termini dall'amico che incontro ad Arte Sella e che mi ospiterà a Trento. Gironzolo per la bella Feltre con tante reminiscenze veneziane, riesco quasi a perdermi poi attraverso una galleria ritrovo la strada per poi arrivare in Val Sella quasi puntuale all'incontro con l'amico che mi farà da guida tra le tante belle opere ecosostenibili, tra cui spicca la cattedrale vegetale. Cena a Trento con più caldo dei giorni precedenti a ricordare i tanti viaggi fatti insieme in giro per il mondo.

Saluto il grande amico e mi ribatto sui tornanti e sul passato. Sono nella zona di Folgaria dove da bambino sciatore spericolato mi ruppi tibia e perone. Questa volta mi limito ad una passeggiata tra i bei murales di Guardia. Quindi un'occhiata all'eremo di San Colombano e poi non posso fare a meno di fermarmi al Mart di Rovereto, malgrado adesso sia diretto da Sgarbi. La collezione futurista è di gran livello, la mostra fotografica invece non mi piace per niente. Mi dirigo verso il lago di Garda e mi fermo allo stupendo paesino Canale di Tenno. Mi fermo a mangiare formaggi e finisco di leggere l'ottimo libro "Resto qui" ambientato a Cunon e Resia ... superata la tristezza cammino per il bel borghetto poi è la volta dei già conosciuti Rango e Balbido, sempre decisamente affascinanti. Ceno a Comano terme con canederli e carne salata.

La serata è accentrata sulle pessime previsioni del tempo per l'indomani. Ma prima, arrivato ad Aprica sotto una discreta pioggia, mi  rifugio in un pub dove mi  trovo coinvolto in lavori di ristrutturazione, praticamente mi guadagno da bere. La giornata era iniziata con la bella camminata tra le roccie scavate al santuario di San Romedio. C'è abbastanza gente ma si gode ugualmente. Superato il passo del Tonale mi addentro nel mondo preistorico dei Camuni con i loro graffiti che sembrano aver ispirato Haring. Carino anche il vecchio centro storico di Bienno.

Andato a dormire con la pioggia mi rialzò con la stessa situazione, proprio oggi che avevo in mente un trekking impegnativo. Allora punto alle cantine e acquisto un po' di vino tra cui spicca lo Sforzato, una chicca della Valtellina. Mi fermo a fare due passi all'abbazia di Piura sul lago e poi mi dirigo a Piuro per ammirare le belle cascate di Acquafraggia e il bel paesino mentre a malincuore rinuncio a salire a Savogno e Dasile. Anche Chiavenna ha un bel centro storico. Per la prima volta trovo diverse persone che mi chiedono soldi, probabilmente alcolizzati sicuramente lombardi. Mangio in un crotto a base di pizzoccheri, polenta ed un ottimo formaggio, il bitto. Continua a piovere di brutto.

Giornata molto impegnativa! C'è bel fresco e si dorme bene anche se la squadra di calcio in ritiro fa un po' di casino. Parto tranquillo perchè sta ancora piovendo. Passeggio tra i murales dedicati al bandito Lasco di Parlasco e comincio a bagnarmi. Nuova passeggiata all'orrido di Bellano poi inizia il nubifragio, rinuncio all'orrido di Nesso e poi tra grandinate e fiumicciattoli che esondano devo inventarmi percorsi alternativi finché sbuca il sole e mi ritrovo a Como. Il cielo è di nuovo blu e mi godo il centro storico, con il meraviglioso Duomo ed altre chicche. Le strade sono tornate accessibili e mi dirigo in Piemonte. È una ricorrenza particolare e al santuario d'Oropa c'è un mare di gente. A Biella ammiro quel gioiellino del battistero per poi vedere il bel Duomo in punta di piedi perchè è in atto una funzione. Prendo la funicolare e mi godo il bel Piazzo, poi arrivato a Candelo mi dirigo subito al Ricetto, che visiterò domattina, per sedermi in un'ottima trattoria, dove per la prima volta mangio gli indimenticabili "fattoni alla canapa"!! Prima devo affrontare il dilemma se scegliere una bottiglia di dolcetto da 0,375 a 12 euro oppure una da 0,750 sempre a 12 euro: dopo lunga riflessione ... due secondi!! ... opto per la seconda. Poi è la volta di un piccolo dramma, mi accorgo che i pantaloni hanno un colossale sbrago nel retro ... chissà quando è successo ma adesso lo so e l'imbarazzo è quasi più alto del tasso alcoolico, così tiro giù la felpa a livello di gonna. Sbaglio strada anche nel tornare al b&b poi una bella doccia sistema tutto.

Oggi è stata la prima giornata che ho patito un po' di stanchezza, poi mi sono accorto che anche oggi ho camminato per quasi 15 chilometri ... non male! Appena sveglio ho visitato il Ricetto, la vecchia cittadella, di Candelo per poi spostarmi in Val d'Aosta. Carino il paesino di Bard dominato dal forte e bellissimo il castello d'Issogne con stanze meravigliose e affreschi stranamente valorizzati da scritte che invece di essere rovinose, hanno valore storico. Due passi per Aosta senza incontrare il vicequestore Schiavone. A Etroubles scopro di essere nella via francigena. Ammiro il castello di Fenis e dopo aver trovato due trattorie chiuse scopro che è lunedì e mi accontento clamorosamente di una pizza e birra, ma come succede raramente ad Aosta avevo pranzato con un abbondante tagliere di ottimi formaggi!

È la giornata del Monte Bianco, avevo prenotato per le 10.45 ma mi fanno salire alle 10.30 concedendomi un quarto d'ora in più in cima. E me lo godo tutto, osservando le montagne innevate da ogni angolo finché scopro il rifugio Torino, stranamente poco frequentato, e resto in solitaria per una mezzoretta a godermi uno spettacolo mozzafiato ... anche perchè siamo a 3500 !! Sceso a valle faccio una scappata in Valgrisenche per poi scendere a Pont-sant-Martin dove dormirò. Prendo un po' di dritte dalla simpaticissima padrona di casa quindi in auto affronto stradine decisamente impegnative finché arrivo ad un nido d'aquila, Chemp, in cui mi faccio una passeggiata tra tante stupende sculture perlopiù in legno. La discesa a valle è impegnativa e la premio con una meritatissima birra fresca. Chiacchierando con un anziano ottengo dritte per almeno altri due viaggi.

Salutata quella simpatica chiacchierona dell'albergatrice mi muovo in direzione Torino fermandomi a visitare una prima chicca: la Precettoria di Sant'Antonio in Ranverso, stupenda e pochissimo frequentata, con alcuni meravigliosi affreschi. Da lontano si intravede la suggestiva Sacra di San Michele, più bella da fuori ma comunque interessante ... e costruita su una immaginaria linea con tutti gli altri edifici dedicati a San Michele, linea che conduce a Gerusalemme. Sono nella valle di Susa e fioccano le bandiere NoTav per  una battaglia necessaria ed  ecologica contro l'affarismo mafioso, mi fermo anche in una casa cantoniera occupata  che conferma l'unione tra attivisti e i tantissimi abitanti contro l'inutile TAV. Immenso il castello di Exilles poi supero Sestriere, belle le montagne piemontesi ma non paragonabili con le Dolomiti. Due passi per la piccola ma carina Usseaux. Vado a cena in una trattoria locale che scopro gemellata con Pellegrino Parmense, mangio e bevo decisamente bene. Poi mi ritrovo a fare il fotografo ufficiale, in cambio di una fetta di torta al cioccolato e un bicchiere di giennepi, di una festa a sorpresa per il compleanno di una ragazza rumena.

È bel freschino e comincio a scendere dalle montagne attraversando una parte pianeggiante del Piemonte, fatta salva la collina che sovrasta Cavour. C'è un bel traffico sia a Pinerolo che a Cuneo quindi faccio la prima passeggiata a Vernante tra i murales di Pinocchio. E poi per qualche oretta mi trasferisco in Francia, dove mi trovo sempre bene. Al colle Tenda c'è un lungo tunnel a senso unico che un po' mi intimorisce ma poi la strada mi porta tra gole assolutamente spettacolari. A Tenda visito, gratis, l'ottimo museo delle meraviglie dedicato ai graffiti preistorici, c'è anche una sezione dedicata all'adorata Mongolia. Fioccano le soste fotografiche, finché mi dirigo all'isolatissimo Saorge, lascio l'auto perchè si va solo a piedi ! ... mi innamoro di questo paesino e mi fermo in un bar per un"oretta di sano relax birresco. Salutata la Francia, supero Ventimiglia per raggiungere il mio albergo di campagna. Mi faccio due chilometri a piedi fino all'affascinante Rocchetta Nervina, un primo meraviglioso approccio con i borghetti dell'entroterra ligure. Trovo una piccola trattoria e simpatizzo con il cameriere che ha studiato liuteria a Cremona. Ottima la cena e piacevole il rientro a piedi notturno.

È la giornata dei borghetti liguri, uno più bello dell'altro e quante camminate! A Dolceacqua compro anche del Rossese, ottimo vino locale. Dopo Apricale, splendida, devio per Pironaldo con strade spesso ad una sola carreggiata, spesso senza guard-rail e che obbligano ad ardite retromarcia quando si incontrano altre vetture. Arrivato  a Pigna mi rilasso un po', senza negarmi due birrette, ammirando le curiose sagome degli altri paesini, prima di cominciare veramente a scalare le Alpi liguri. Ad un certo punto trovo un cartello di strada interrotta, decido comunque di proseguire e non senza patemi raggiungerò l'affascinante paese delle streghe, Triora. Mi incammino tra i minuscoli vicoli, le gallerie, gli strani dipinti e gli indimenticabili scorci panoramici. Ancora non sazio, ricomincio a salire verso l'incredibile nido delle aquile: Realdo. Si trova su un grande burrone ed è un ottimo posto dove andare a sparire nelle sue attraenti case in sasso. Ultima passeggiata a Badalucco, quindi ultima cena e profonda dormita in vista dell'ultimo lungo viaggio verso casa.

Con calma, ma non troppa, parto per l'ultima giornata di viaggio. Passo alla provincia di Savona e ricomincio a bazzicare per paesini sperduti e strade improbabili. Mi fermo a Zuccarello, bel borghetto dove acquistando olio, olive e vino raccolgo anche informazioni. Vado alla ricerca di Colletta di Castelbianco: quando sto mollando ogni speranza intravedo un agglomerato di case che a prima vista mi ricorda un paese dell'indimenticabile Yemen. Le case sono delle specie di torri scure, anche a tre piani, in cui spicca la finestrella bianca. È un borgo completamente ristrutturato. L'entroterra ligure è il regno dei paesini abbandonati (o quasi!) come mi dimostreranno prima Castelvecchio di Rocca Barbena poi Balestrino, la cui parte vecchia non è accessibile. Supero le montagne e mi ritrovo ancora in Piemonte, soste a Novello e Barolo per gli ultimi acquisti vinicoli. Come al solito il baule è ben fornito. Verso le 20.30 arrivo a Fidenza, faccio spesa e comincio a svuotare l'auto e a fare bucato. Prima di cedere alla stanchezza mi dedico ad una bottiglietta di ottimo vermentino ... domani avrò tempo di trarre le opportune conclusioni anche su questo terzo viaggio italiano in epoca pandemica.

Itinerario e immagini del viaggio in nord Italia


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ultimo aggiornamento 15/12/2021