H O M E P A G E

Tra Ucraina e Armenia

Arrivo a Kiev.
Come al solito parto stanchissimo. Nel tardo pomeriggio metto piede in Ucraina e prendo possesso del mio hotel a Kiev. È già buio e mi incammino cercando di non perdermi e di prendere conoscenza con i dintorni dell'albergo, dopo un'oretta sono al punto di partenza e proprio a due passi trovo un bel ristorantino gestito da ragazzi giovani, mangio bene e molto, e mi coccolano anche offrendomi un ottimo dolce a base di mozzarella e fragole. Ottime anche le birre. Ben arrivato !!

Tre giorni a Kiev.
Ho camminato tantissimo in questa città piena di saliscendi e di grandi parchi. Una città europea con alcune chiese interessanti, confermo che non mi piacciono molto gli affreschi delle chiese ortodosse mentre mi affascinano le guglie dorate. Sia la piazza davanti a Santa Sofia che Maidan sono piene di immagini che raccontano la storia recente purtroppo spiegate solo in lingua locale e particolarmente cruente quella sulla guerra in Donbass. Dovunque localini e ragazze vestite alla moda e sempre con il telefonino in mano. La vita costa decisamente meno che da noi e buona notizia per i turisti: ci sono wc dappertutto, segnalati e puliti. Si mangia bene con predilezione per l'utilizzo delle verdure, frequenti le bancarelle che vendono frutti di bosco. Nei parchi con più panchine vicine ed affollate c'è il wi-fi gratis ! Decisamente afoso come da noi.

Chernobyl
Il clou della mia sosta a Kyev. Partenza alle 8 con un gruppo di 12 persone e due ottime guide per una visita ottimamente organizzata, interessante e molto toccante. Prima di decidere mi ero documentato tantissimo per essere sicuro di non correre rischi. Tutti dotati di un apparecchietto che a fine viaggio segnalava la personale bassissima radioattività. Diversi i controlli subiti nel passaggio tra le varie zone. Sicuramente il clou della giornata è stata la visita alla cittadina fantasma Pripiat abitata per soli 16 anni, fondata nel 1970 come un piccolo gioiellino dotato di tante infrastrutture culturali e sportive fu definitivamente abbandonata e consegnata alla natura nell'aprile del 1986 all'indomani del famoso incidente nucleare. Ovviamente non si può entrare nei palazzi causa pericolo crolli ma si vede come siano stati abbandonati da un giorno all'altro e circondati da una foresta. Ovviamente il giro finisce davanti alla ruota panoramica che ne è diventata il triste simbolo. Più agghiaccianti i villaggetti di campagna completamente cancellati dalla foresta con case divelte al cui interno non c'è più niente. Rimane solo il paese di Chernobyl tuttora abitato. La centrale nucleare presenta il reattore 4 completamente avvolto in una corazza di amianto e gli altri reattori spenti ormai da una decina di anni e con un sacco di lavoranti impegnati nello smantellamento. Non bisogna mai toccare niente e nella foresta i rilevatori affittati da alcuni partecipanti segnalano il deciso aumento di radioattività. Molto toccante anche il monumento a Chernobyl dedicato alle vittime in particolare pompieri e personale della centrale nucleare. Poi c'è l'immenso radar Duga con cui i russi controllavano l'eventuale lancio di missili americani, abbandonato e senza i tanti computer ma con le foto dei missili yankee tanto temuti, un luogo che riporta alla guerra fredda ma anche un posto su cui si proclamarono tante leggende. Da Kiev dista nemmeno due ore d'auto ed è considerato come un museo per non dimenticare l'impatto umano sul nostro pianeta. Un'esperienza che consiglio.

Appunti armeni
Dopo tre giorni mi decido a scrivere qualcosa ma vado sempre a piedi e alla sera sono spesso distrutto. Mi sono fermato inizialmente a Echmiadzin, piena di chiese e piccola cittadina vicino a Yerevan. Un paese povero in ricostruzione con gente alla mano che sorride agli incontri e quando sa un po' di inglese cerca sempre di fare due chiacchiere. Si mangia bene e semplice, dovunque bancarelle di prodotti agricoli, baretti dove fanno ottimi frullati e negozietti che vendono ancora le cassette musicali. Cellulari diffusissimi , prezzi bassi e per ora nessuna fregatura. Abbondano le Mercedes, parchi con wi-fi gratuito e fontanelle con acqua fresca. Oggi c'era la partita di calcio Armenia - Italia e alle cascate, monumento in centro a Yerevan ho trovato gruppetti di italiani. Un parco intero con artisti che vendevano quadri e molti suggerimenti in hotel per organizzarmi il viaggio. Per strada diverse statue di Botero. Un paese povero ma interessante.

Vecchie chiese
Gironzolando per il brullo nord senza dimenticare la presenza di viti e alberi da frutta sono sempre più convinto che sto facendo un viaggio nel passato. Un paese nato dopo genocidi negati ancora oggi ma che mantiene un fiero patrimonio storico. Bello il tempio pagano ricostruito di Garni e affascinanti le tante chiesette, vank, quasi sempre vicino a spettacolari canyon. Pascoli e contadini oltre la grande città che soprattutto alla sera espone una grande vivacità. Gentilezza e disponibilità aiutano per organizzare il viaggio anche con i tanti che non parlano inglese. Strana l'Alphabet Valley con raffigurato tutto l'alfabeto armeno sulla strada per la piccola ma leggendaria fortezza di Amberd. Quando spendo più di 10 euro per bere e mangiare significa proprio che ho esagerato.

Piove che Dio la manda!
Non ce l'ho fatta a vedere l'Ararat ma a momenti appare direttamente l'arca di Noè! Beh uno spiraglio l'ho visto durante un'affollata visita a Khor Virap, monastero tra i più importanti dell'Armenia. Al lago Sevan trovo pioggia e freddo. Il mio autista improvvisato mi porta a vedere il santuario di Heravank ma si sbaglia, rendendomi felice, e mi molla davanti ad un favoloso ecomostro. Poi ritrova la strada ed ammiro il monastero sul lago e i poi i favolosi kachachks di Noraduz, centinaia e centinaia di pietroni funerari con incise croci. Alla mattina quattro ore senza pioggia e ne approfitto per una bella camminata fino a Sevanavank altro complesso di chiesette sul lago ma prima furbamente decido di giocare con un cucciolo di cane rendendo inammissibile il non cambio di pantaloni e felpa! Lunga sosta per controlli al confine fittizio con il Nagorno Karabach conteso con i vicini azeri. E piove ma visito anche Davivank e un altro monastero dei tesori completamente costruito dopo la devastazione sovietica. Pisciatina in un regno del kitsch con un veliero in un torrente, auto appese sui pali ed un immenso roccione scolpito a raffigurare un felino all'attacco! Meritato riposo a Stepanakert.

Da sud a nord
Piove sempre durante la sosta in Nagorno. Piacevole il mercato dove assaggio vari frutti secchi quindi visita a Sushi e al fondamentale monumento simbolo della grande madre con il grande padre. A Tatev volo tra le nuvole sulla più lunga teleferica del mondo, quasi 6000 metri per poi visitare il bel monastero di Novavank in una stupenda valle colorata per poi dedicarmi all'assaggio dei vini, niente male il rosso di Areni. Notte a Yerevan poi finale al nord, prima nella foresta di Dilijan quindi nelle stupende gole del Debed vicino ad Alaverdi. Ad Akhtala vedo i primi strepitosi affreschi in una chiesa, quindi altri nel fantastico monastero di Haghpat collocato in un paesaggio da brividi con immense gole. In questi giorni la maggioranza di turisti incontrata era costituita da armeni provenienti dalle più disparate zone del mondo a testimonianza di una drammatica diaspora.

Fine viaggio
E per non farsi mancare mai niente, proprio all'ultima cena mangio qualcosa di avariato in un ottimo ristorante che mi è stato anche molto consigliato. Salgo sul primo aereo sudatissimo e stanchissimo con anche un ritardo di due ore e arrivo a casa. Sono comunque molto soddisfatto del viaggio e nel finale ho visto forse i paesaggi migliori con gole strepitose e gli ottimi monasteri di Haghpat e Sanahin. Faccio il pieno di frutta secca, e all'aeroporto anche di sigarette quasi a metà di prezzo e dell'amatissima amarula, una specie di crema di whisky sudafricana non distribuita in Italia ma ormai rintracciabile in quasi tutti i duty-free. Che dire l'Armenia è un paese povero con ampli margini di crescita e che annovera forse più cittadini in giro per il mondo che a casa propria. Bei paesaggi e tantissime vecchie chiese e monasteri, molti ricostruiti perchè distrutti o dalle tante invasioni o dai sovietici. Sull'aereo di ritorno da Kyev tante le badanti e le stupende ragazze con destinazione il nord Italia. E una domanda che mi faccio da tempo: perchè ogni volta che rientro a Malpensa mi devo incavolare per la pessima organizzazione e per la maleducazione del suo personale? Va beh torniamo nel belpaese!

Reportage sulla zona di Chernobyl e Pripyat

Immagini dal viaggio in Ucraina e Armenia

Immagini del viaggio in Ucraina e Armenia nel blog "Tentativi digitali".


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1998 - 2022 Marco Cavallini


ultimo aggiornamento 20/10/2021